In Sardegna si attende la pioggia, ma attualmente si vive una situazione di emergenza siccità. Si discute della possibilità di ridurre l’approvvigionamento di acqua potabile. La notizia positiva è che potrebbe piovere nei prossimi giorni, tuttavia le previsioni meteorologiche non sono promettenti, dato che la siccità non può essere risolta con soli due o tre temporali. La brutta notizia è che l’emergenza è destinata a protrarsi nel tempo, come riportato dai responsabili dei consorzi di bonifica della Sardegna, in particolare da coloro che stanno già affrontando l’emergenza e da quelli che dovranno farlo a breve. Ciò è dovuto anche al fatto che la siccità ha già costretto al razionamento dell’acqua per l’agricoltura e, in assenza di un cambio di tendenza nelle condizioni meteorologiche, il razionamento potrebbe estendersi presto anche all’acqua potabile.
Tra le aree più affette dalla siccità vi è certamente la Nurra, e quindi la piana del Sassarese. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, si registra una carenza di 40 milioni di metri cubi d’acqua rispetto a un anno normale, e si attendono le decisioni della Regione, come spiegato dal direttore generale del Consorzio di bonifica della Nurra. Se non dovesse piovere, per l’agricoltura rimarrebbe molto poco: si parla di circa 10 milioni di metri cubi, ben al di sotto dei 30 milioni necessari.
È evidente che i cambiamenti climatici rappresentano una sfida per molti Paesi nel mondo, che non sono preparati ad affrontarli, anche per la loro imprevedibilità, che può portare a passare dalla siccità alle alluvioni. La situazione nel 2018 era ancora più grave, ma tra maggio e giugno si verificò un “miracolo” con abbondanti e frequenti piogge che continuarono anche durante l’estate, causando l’esondazione di torrenti e fiumi e rendendo necessario scaricare in mare l’eccesso d’acqua che invadeva alcune dighe.
L’imprevedibilità del clima richiede che i politici adottino strategie e programmi specifici, soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali, sebbene tali strategie debbano arrivare anche da più lontano, come dal Governo nazionale e dalla Comunità Europea. Copernicus, il principale ente europeo che studia il clima, avverte del cambiamento climatico, ma le risposte sono spesso lente.
Gli esperti sottolineano che il problema fondamentale rimane lo stesso: il piano delle dighe previsto dal vecchio “Piano acqua” non è stato completamente realizzato; manca una diga. Si propone la costruzione di un’altra diga nel comune di Padria, con una capacità di 50 milioni di metri cubi d’acqua.
Anche nella Sardegna orientale emergono problemi, come nella Baronia, dove sono state prese decisioni autonome per migliorare la distribuzione dell’acqua.
L’annoso problema idrico della Sardegna è aggravato dall’aumento del fabbisogno idrico dovuto al turismo, oltre che dalle pratiche agricole, che dovrebbero adeguarsi ai cambiamenti climatici. Questo può sembrare inappropriato e lesivo per la storia e le tradizioni di una comunità, ma siamo di fronte a un deficit ricorrente di piogge, una situazione non limitata alla Sardegna, ma estesa a vaste aree del pianeta.
Riconvertire le coltivazioni in breve tempo è quasi impossibile; quindi, è necessaria l’esperienza degli agronomi per identificare colture sostenibili in risposta ai cambiamenti climatici, non solo in Sardegna ma in tutto il mondo. Questo vale anche per il Nord Italia, dove l’irregolarità delle precipitazioni si fa sentire e la siccità è sempre in agguato.